Smettere di fumare con la mindfulness

Conosciamo bene il potere della MINDFULNESS grazie agli articoli del dr. Marino pubblicati in questo blog (potete leggerli QUI)

Come vedremo in quest’articolo, l’applicazione del metodo della “consapevolezza” non è solo una tecnica capace di salvarci dallo stress quotidiano, con tutti i benefici sul benessere psicofisico che ne derivano.

Cos’è la mindfulness?

La Mindfulness riporta la nostra attenzione ai veri bisogni del nostro corpo e della nostra mente, correggendo i comportamenti “autolesionisti” che senza accorgercene ci caratterizzano ogni giorno.

Interessante la sua applicazione ad un problema che affligge ancora la nostra società, e lo fa in età sempre più precoce: il fumo.

Il vizio delle sigarette, per chi lo ha, è difficile da togliere.

Quanti hanno già seguito tante strade senza risultati?

E quanti non vogliono proprio smettere, perché lo credono “fondamentale” nella gestione del proprio equilibrio mentale?

Senza elencare i danni associati al fumo, ormai noti, possiamo però dire che tra tutte le tecniche che esistono per smettere di fumare, la mindfulness sembra essere la migliore!

Ce lo spiega in un recente articolo il dr. Mercola, facendo riferimento ad uno studio che ha dimostrato il successo della mindfulness sul percorso di “guarigione” dal vizio del fumo.

La dipendenza dal fumo

La maggior parte dei fumatori è assuefatta alla nicotina, una sostanza che può creare dipendenza come eroina, cocaina e alcol. 

Quando si tenta di smettere di fumare, i sintomi di astinenza da nicotina possono causare sentimenti di rabbia e irritazione, problemi cognitivi e voglie di tabacco, rendendo difficile rinunciare alle sigarette. 

Questo, tuttavia, rappresenta solo uno dei motivi complessi per cui smettere di fumare è così difficile. 

La dipendenza da nicotina si sviluppa anche, in parte, a causa del rinforzo positivo e negativo. Secondo uno studio sulla dipendenza da droghe e alcol: 

Il fumo abituale inizia in parte dalla formazione di memorie associative tra il fumo e gli stati affettivi positivi (ad esempio dopo un buon pasto) e negativi (ad esempio, quando” stressati “). Successivamente, segnali giudicati positivi o negativi possono indurre stati affettivi positivi o negativi, che quindi innescano il desiderio di fumare.

Sebbene la spiegazione del desiderio rimanga controversa, l’evidenza suggerisce che questo è fortemente associato al fumo, che, principalmente attraverso le proprietà psicofisiche della nicotina, porta al mantenimento o al miglioramento del positivo o alla riduzione degli stati affettivi negativi.

Questo instaura rispettivamente un loop di rinforzo positivo o negativo, rafforzando le memorie associative tra questi stati affettivi e il fumo.

Risultati a confronto

Recentemente, sono stati sviluppati trattamenti volti ad aiutare i fumatori a tollerare gli affetti positivi e negativi e le voglie, e la mindfulness come allenamento di consapevolezza è tra questi.

La mindfulness è stata indicata non solo per riportare l’attenzione sui comportamenti abituali, in modo che possano essere efficacemente elaborati, ma anche per indirizzare il processo di apprendimento associativo.

Qui viene posto l’accento sugli affetti e sul desiderio come componenti critici dei circuiti di rinforzo positivi e negativi.

Nello studio condotto, quelli che hanno ricevuto un percorso di mindfulness hanno avuto un più alto tasso di riduzione nel consumo di sigarette durante, che è stato mantenuto durante il follow-up 13 settimane dopo!

Questo ha portato i ricercatori a concludere:

La mindfulness può conferire benefici superiori a quelli associati agli attuali trattamenti standard per smettere di fumare.

Ad ulteriore supporto dell’efficacia della mindfulness nello smettere di fumare, una meta-analisi che comprende quattro studi randomizzati controllati, ha mostrato che:

Il 25,2% dei partecipanti alla mindfulness è rimasto astinente per più di quattro mesi rispetto al 13,6% di coloro che hanno ricevuto la terapia abituale. 

Dal fumo al cibo

Altri studi suggeriscono che la mindfulness somigli alla terapia cognitivo-comportamentale (CBT) in termini dei meccanismi alla base della sua efficacia.

Tuttavia, anche rispetto alla CBT, i partecipanti alla mindfulness hanno riportato una diminuzione di queste problematiche:

  • ansia
  • difficoltà di concentrazione
  • bramosia
  • dipendenza

ed erano più capaci di gestire le emozioni negative senza fumare.

Nuovamente, la mindfulness si dimostra una tecnica preziosa:

La consapevolezza implica un’attenzione mirata, focalizzata sul presente, che potrebbe aumentare la tendenza all’azione intenzionale e aiutare le persone a sentirsi più padrone del proprio comportamento.

Come iniziare?

Se avete voglia di intraprendere un percorso di mindfulness, il nostro Dr. Andrea Marino è disponibile a rispondere alle vostre richieste, scrivendogli un’email a questo indirizzo: am81075@gmail.com

Che sia per la gestione dello stress quotidiano, del vizio del fumo o della bramosia di cibo, o semplicemente per indirizzare la nostra mente a dare il suo meglio, la Mindfulness è una pratica che una volta acquisita riesce a supportarci per tutta la vita.

Caterina Borraccino

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